La ragazza che cadde in fondo al mare by Axie Oh

La ragazza che cadde in fondo al mare by Axie Oh

autore:Axie Oh [Oh, Axie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-03-03T12:00:00+00:00


18

Quando torniamo alla Casa del Loto, Kirin e Namgi sono sul pontile ad aspettarci. «È arrivata una missiva per te mentre eri via» dice Kirin, porgendo a Shin una pergamena arrotolata. «Dalla Casa della Gru.»

Shin slega il nastro e srotola la pergamena contenente un breve messaggio scritto con una grafia elegante e ordinata. «Lord Yu sostiene di avere notizie del tradimento di Lord Bom» ci mette al corrente. «Ci prega di recarci subito da lui.»

Mi volto verso Namgi. «La mia prima sera nel Regno degli Spiriti hai detto che la Casa della Gru è la casa degli studiosi.»

«È così, infatti.» Namgi annuisce. «La Casa della Gru è il luogo dove abitano i più grandi studiosi mai vissuti.»

«Allora…» Stavolta mi rivolgo a Shin. «Posso venire con voi? Vorrei parlare del Dio del Mare con qualcuno di loro, magari con Lord Yu stesso. Forse sanno qualcosa sul suo passato.»

Shin sembra perplesso, così interviene Namgi. «Insieme a Kirin, a te e a me, Mina sarà al sicuro.»

Shin annuisce di malavoglia e io corro al padiglione a cambiarmi il vestito, che odora vagamente delle alghe dello stagno. Ne indosso uno più elegante: un completo con una giacchetta azzurra e la gonna rosa. Il coltello della nonna lo lego intorno al collo e porto con me il sasso decorato col fiore di loto in una borsetta di seta legata in cintura.

Insieme, Shin, Namgi, Kirin e io ci avviamo verso la Casa della Gru, che si trova a nord-est del palazzo. Il sole al tramonto dona agli edifici un pallido riflesso dorato. Alcuni spiriti guizzano dentro e fuori dalle case per accendere con dei lunghi pali le candele delle lanterne.

Shin e Kirin si mettono subito a discutere, probabilmente di un piano per smascherare il Signore della Tigre. Nell’aria riverbera il rumore di un rombo attutito, come se nelle vicinanze ci fosse una grande cascata.

«Com’era il Dio del Mare?» mi chiede Namgi mentre cammina accanto a me.

Penso all’espressione con cui il Dio del Mare guardava lo stagno. «Per niente come mi aspettavo. Era… malinconico, sembrava avesse perso qualcosa e non ricordasse cosa.»

Namgi dà un calcio a un sasso sulla strada. «E c’era anche il drago insieme a lui? Darei qualunque cosa per rivederlo.»

Il desiderio nella sua voce è palpabile. Le lanterne proiettano l’ombra del suo profilo tagliente. Ricordo cosa mi ha detto: che la sua razza, gli Imugi, combattono un’infinità di battaglie per poter un giorno diventare dei draghi.

«Che differenza c’è tra un Imugi e un drago?» gli chiedo.

«Le differenze sono pochissime, ma enormi. Gli Imugi sono creature di sale e fuoco, il drago invece è fatto di vento e acqua. La magia di un Imugi dura un istante, è come una stella cadente, mentre il potere del drago è come un fiume: lento e costante, ma infinito. Si dice che la perla di un drago possa esaudire qualunque desiderio. I draghi sono anche grandi il triplo di un Imugi e poi sono tutti buoni e gentili. A differenza degli Imugi. Gli Imugi sono cattivi.»

«Ma, Namgi» dico lentamente, «tu sei un Imugi.



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